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TEORIA DEI VIAGGI NEL TEMPO

 

Già, semplicemente una mia personalissima teoria, secondo me possibile (non oggi), una delle tante tra le ipotizzate.

Non serve essere scienziati per dire il proprio pensiero. I termini usati saranno elementari. - di Lola Fox

 

 

 

 
Fig. 1
 

 

 
Fig. 3

 

 

PREMESSA

 

Non spaventatevi dal titolo: se una persona con la licenza media scrive le sue opinioni, certamente voi lettori potrete comprenderne i contenuti senza problemi, giacché presumo che avrete un titolo di studio superiore al mio.  Non chiedo a nessuno di essere d’accordo con me: ognuno è libero di pensarla come vuole. Semplicemente pubblico ciò che col tempo (e parecchie letture e

 documentari) ho maturato sulle tante teorie esistenti. Spero di essere nel vostro interesse ed ogni vostro commento, di qualsiasi tipo sarà ben accetto.

 

UN PO’ DI MISURE

 

Noi viviamo su un pianeta che si chiama Terra, orbitante attorno alla nostra stella, il Sole, centro del Sistema Solare, in compagnia di altri 7 pianeti (dal 2006 Plutone è stato declassato, poverino…). Questo nostro sistema solare è localizzato nella periferia della nostra galassia, la Via Lattea, in compagnia di circa altre 200-400 miliardi di stelle. La nostra galassia si trova, assieme ad altre in una zona dell’universo chiamato Gruppo Locale. Quindi, se un giorno incontrerete ET proveniente dai meandri più remoti, sappiate che il vostro indirizzo di casa è il

 

Fig. 2

 

 

 seguente: via Taldeitali n. … CAP … Città: Quella-che-è, Nazione: Italia, Continente: Europa, Pianeta: Terra, Sistema planetario: Solare, Galassia: Via Lattea, Gruppo di Galassie: Gruppo Locale.
 Semplice no?
 
Si, sarà anche semplice ma è l’idea delle distanze che non è semplice da capire. Facciamo infatti fatica a capire quanto sia grande la Terra rispetto a noi, figuriamoci fuori da essa. Se avete mai giochicchiato con lo zoom di Google Map forse avrete una blanda visione delle proporzioni della vostra città nel mondo. Ora, non esistendo un Google Universo, cerchiamo di capire, solo marginalmente, cosa significa una sfera di 13 miliardi di anni luce, cioè il nostro universo conosciuto. Ho trovato all’uopo, qualche figura presa dalla rete: in fig. 1 ci sono, perfettamente in scala, i pianeti minori del nostro Sistema Solare. (C’è anche Plutone, dal 2006 declassificato, poverino… è così simpatico che l’abbiamo lasciato). In figura 2 ci sono tutti i pianeti (la Terra è la prima in basso a sinistra sotto Urano). In fig. 3 abbiamo il Sistema Solare completo con il Sole. La Terra è la quinta pallina nella fila in basso: quasi non si vede.

 

 
Fig. 4

 

 

Ora che abbiamo una primordiale idea delle dimensioni dei nostri pianeti, andiamo a vedere come sono proporzionalmente distanziati tra loro. La figura 4 può rendere l’idea (abbiamo tenuto anche l’intruso, poverino, è simpaticissimo). Ma di quanti km. Si parla ? Dalla Terra alla Luna ci sono circa 350-400 mila km. (la distanza è variabile) e la luce, così come le onde radio, impiegano circa 1 secondo per il tragitto. Noi vediamo la Luna un secondo dopo di quella che effettivamente è. Per andare su Marte, bisogna fare non meno di 58 milioni di km (questa è la distanza minima che si verifica circa ogni 2 anni, quella media è di 80 milioni). La luce impiega 4 minuti. Un ipotetico astronauta che chiamerebbe via radio la Terra, avrebbe risposta dopo 8 minuti (4 all’andata e 4 al ritorno). Il Sole invece dista dalla Terra circa il doppio di Marte, per cui noi lo vediamo 8 minuti dopo: chiameremo questa distanza tra noi e la nostra stella Unità Astronomica (UA).

 

Fig. 5

 

Tra noi e l’orbita media dell’intruso Plutone (poverino… abbandonato… ma è troppo simpatico) ci sono 39 UA cioè 39 volte la distanza Terra-Sole. La luce impiega quasi 4 ore, cioè l’intruso simpatico dista 4 ore luce da noi. Nel 1977 la Nasa lanciò la Voyager 2: due anni dopo passò da Giove, 4 anni dopo da Saturno, 7 anni dopo da Urano e 10 anni dopo da Nettuno. Oggi (maggio 2013) è a oltre 100 UA, cioè 100 volte la distanza Terra-Sole e i dati che ci manda, arrivano 14 ore dopo l’invio. L’oggetto umano più distante invece è la sua gemella Voyager 1, partita sempre nel 1977 e oggi a 124 UA cioè oltre 18 miliardi di km, ovvero 17 ore luce. Dice: “Quindi la sonda è fuori dal Sistema Solare”. Niente affatto !!! Questo è nulla ! A 50.000 UA (cioè a 400 volte la distanza fatta dalla sonda) inizia la Nube di Oort, una fascia sferica esterna, estesa fino a 100.000 UA, considerata come i limiti del nostro Sistema Solare: in pratica meno di 2 anni luce. Teoricamente la sonda arriverebbe lì attorno all’anno 2800, tra 15.000 - 20.000 generazioni.

 

Questo nostro piccolo Sistema Solare vive in condominio con altre centinaia di miliardi di stelle nella Via Lattea (vedi fig. 5). Stiamo in un tranquillo quartierino di periferia ed è meglio così: in centro c’è troppa confusione, radiazioni e quasi certamente anche un bel buco nero dal quale è meglio guardarsi le spalle. Il cerchio blu non è il nostro Sistema Solare ma solo lo spazio di stelle che noi possiamo vedere a occhio nudo dalla terra, la cosiddetta volta celeste. Solo al centro del pallino blu c’è il nostro Sistema Solare. Che misure ha la Via Lattea?  Circa 80-90 mila anni luce. Noi (Via Lattea) assieme ad altre galassie (i nostri vicini nel Gruppo Locale) siamo al centro di una sfera che possiamo considerare l’universo conosciuto. “Conosciuto” si fa per dire. Diciamo così in quanto avendo esso circa poco più di 13 miliardi di anni, questa “sfera” che noi chiamiamo universo avrà ovviamente un raggio da noi di 13 miliardi di anni luce che è tutto ciò che possiamo osservare. Perché ? Perché se l’universo ha questa età, anche la luce emessa dalle primitive sistemi in formazione avrà questa età. In questo caso possiamo dire di vedere nel passato: l’oggetto più lontano osservato dagli astronomi è appunto a circa 13 miliardi di anni luce: una galassia in formazione risalente agli albori dell’universo, che vediamo solo oggi perché la luce ci ha impiegato tutto questo tempo per arrivare da là fino a noi. Cosa c’è oltre il nostro universo noto ? Non si sa ! Probabilmente l’iperspazio, una “regione” dove le 4 dimensioni spaziotemporali non
 
Fig. 6

 

 

contano più. La velocità della luce e l’età dell’universo ci impediscono di vedere oltre. Tra 1 miliardo di anni potremo vedere a 14 miliardi di anni luce.

VIAGGIARE NELLO SPAZIO E NELLO SPAZIOTEMPO

 

Fare un viaggio attorno alla Terra, verso la Luna o Marte è cosa (relativamente) semplice. Accendi i motori e vai (si fa per dire). Dopo 3 giorni sei sulla Luna, dopo 6 mesi su Marte e dopo quasi 40 anni sei dal povero Plutone, solo soletto. Ma se si volesse viaggiare verso altre stelle o galassie, serve qualcosa di più veloce. Ammesso che potessimo viaggiare alla velocità della luce (visto che oltre è fisicamente impossibile andare) faremmo 7 volte il giro del mondo in un secondo ma servirebbero 50.000 anni per andare a trovare l’amico ET che abita in un quartierino opposto al nostro nella Via Lattea. Se l’essere umano abita la Terra da 20.000 anni, fate un po’ i conti voi. Ma forse la fisica ci viene incontro: quando parliamo di casa nostra, parliamo di spazio, ma in ambiti di distanze superiori dobbiamo parlare di spaziotempo, un concetto introdotto nella fisica relativistica da Einstein, dove il tempo viene considerata la quarta dimensione dopo le tre spaziali e ad’esse strettamente correlato. Lo spaziotempo non è sempre lineare: le masse gravitazionali di grandi astri possono deformarlo come illustrato in fig. 6, giusto per rendere il concetto. Attorno alla Terra gli effetti della deformazione spaziotemporale sono trascurabili ma non in vicinanza di grandi stelle o ammassi stellari.  Per esempio quando la Luna passa tra Terra e Sole abbiamo l’eclissi con il relativo oscuramento solare. Se la massa della Luna fosse miliardi di volte superiore, probabilmente durante un eclissi lunare continueremo a vedere il sole perché i raggi che giungono a noi devierebbero a causa dell’enorme massa lunare.

 

 
Fig. 7

 

 

 
Fig. 8

 

 

Tutto ciò che sta sulla Terra, noi, le auto, gli oggetti sul tavolo o i sassi per terra, rimangono attratti grazie alla forza di gravità che è proporzionale alla massa (teoricamente anche ognuno di noi, ogni cosa al mondo, in quanto avente massa, attrae un pochino la Terra e ogni altra cosa, ma tutto ciò è trascurabile) infatti le immagini degli astronauti lunari mostravano che saltellavano anche con 150 kg di tuta spaziale. Questo perché la massa lunare e la gravità sono 1/6 di quella terrestre. Anche l’atmosfera terrestre risente della nostra gravità, contrariamente alla Luna, che non avrebbe forza sufficiente. L’universo stesso si può considerare come una sfera dove lo spaziotempo è appunto “sferico”: teoricamente se noi partissimo alla velocità della luce sempre dritti verso una direzione, dopo molti miliardi di anni torneremmo da dove eravamo partiti, così come se camminassimo (e nuotassimo) sulla Terra sempre verso la stessa direzione, torniamo dove eravamo partiti.

 

Un buco nero è una zona dello spaziotempo in cui l’enorme massa gravitazionale è talmente forte che, oltre ai solidi e ai gas, nemmeno la luce (e tutte le altre radiazioni) possono essere emesse: una regione completamente nera ma con una forza gravitazionale enorme. Naturalmente allontanandosi dal buco nero, l’attrazione gravitazionale calerebbe proporzionalmente fino ad un certo limite oltre il quale la radiazione può viaggiare verso di noi: questo limite è chiamato “orizzonte degli eventi” e può considerarsi il limite del buco nero oltre il quale tutto viene attratto verso il centro. Ovviamente in un buco nero la massa gravitazionale è oltre ogni immaginazione e masse simili deformano fortemente lo spaziotempo. Addirittura nessuno sa con esattezza cosa avvenga dentro un buco nero dove l’aberrazione dello spaziotempo può far ipotizzare situazioni limite come il fermarsi del tempo. Così come si ipotizza che in presenza di queste situazioni spaziotemporali e gravitazionali massime, si possano creare “tunnel spaziotemporali” cioè (in parole povere) veri e propri “tunnel” che mettono in collegamento due regioni spaziotemporali remote tra loro.

 

Nella fig. 6 possiamo vedere una deformazione spaziotemporale dovuta per esempio ad una forte massa gravitazionale come potrebbe essere una grande stella. Questa deformazione, se spinta al limite, potrebbe dar luogo ad un buco spaziotemporale come rappresentato in fig. 7. A questo punto è facile ipotizzare che potendo usufruire di una scorciatoia spaziotemporale: io potrei andare in una zona remota dell’universo in tempi relativamente accettabili se posso usufruire del buco apertosi.
 
 Addirittura lo stesso Einstein ipotizzò quello che viene chiamato “Ponte di Einstein-Rosen” dove teoricamente si andrebbe su Sirio con una “scorciatoia” spaziotemporale (fig. 8).  Tutto questo potrebbe teoricamente far ipotizzare che si possa viaggiare nel tempo (all’interno del nostro universo). In 100 anni (solari) potrei andare su un pianeta distante 13 miliardi di anni luce. Ma se la luce usasse anch’essa la scorciatoia che usiamo noi, vedremmo dalla Terra il pianeta molto diverso da quello che era 13 miliardi di anni fa. Lo vedremo come lo era 100anni fa. Così, con l’uso dei buchi spaziotemporali (wormhole) potremmo andare e venire da un altro tempo, da un altro luogo da un altro spaziotempo. Io voglio andare si, in un altro tempo passato, ma nello stesso luogo: voglio rivedermi quando ero bambino, e magari uccidere me stesso quando ero bambino. No, non sono un omicida, sono solo un curioso di vedere cosa mi succede se io a 49 anni ammazzo me stesso nel 1974 quando avevo 10 anni. Qua in Italia. E’ un paradosso ? Secondo me no !

 

 
Fig. 9

 

 

LA MIA TEORIA

 

Abbiamo visto come le forti distanze in gioco possono essere teoricamente tagliate da scorciatoie. Naturalmente esistono altre teorie per viaggiare nell’universo oltre i limiti della luce (manco ci fosse l’autovelox) che non sto qua ad elencare. Tra l’altro recenti teorie della fisica quantistica, ipotizzano che si possa andare oltre la velocità della luce, e lo stesso Hawking ha dimostrato come gli effetti di questo ramo della fisica molto nuovo, possano far emettere radiazioni dai buchi neri. Lasciamo però perdere la fisica quantistica se no è finita…

 

Ora che abbiamo visto come l’universo può essere considerato sferico, e abbiamo visto anche come la teoria del multiverso preveda tanti universi paralleli, magari infiniti (Fig. 9) all’interno dell’iperspazio. In questo caso, universi infiniti aprirebbero le strade al “tutto”. Pensate un po’ a cosa potrebbe significare infiniti mondi, infiniti spazi (nemmeno il nostro universo è infinito, giacchè ha un diametro definito), infinite combinazioni chimiche, anche di vita, infinite combinazioni genetiche, quindi altri me stessi, infiniti eventi. In un “luogo” infinito dove tutto è infinito ci sarà un me stesso com’ero 1 secondo fa, poi un altro luogo dove ero me stesso 1 ora fa, poi 1 giorno fa, un mese fa, un anno fa, 50 anni fa. Questo per tutti, non solo gli abitanti di questo pianeta, ma di tutti i possibili pianeti. Ci sarà un altro me stesso cieco, ipovedente, zoppo, col morbo di Parkinson, più grasso, più magro, magari sposato, astronauta, e campione del mondo di scacchi. Ci sarà un posto dove con un non-me stesso, cioè senza me, in cui uno dei miei genitori a seguito di una malattia è morto giovane. Cioè un secondo me stesso per ogni possibile condizione ammissibile. Quando lo spazio disponibile è infinito, c’è posto per tutti, anzi, per tutto.

 

Se ne conclude quindi che potendo aprire e percorrere un tunnel spaziotemporale verso l’universo che chiameremo convenzionalmente n° 1478 troveremo un me stesso a 10 anni. Sul 23.998 troveremo un me stesso grasso, sul 128.369.259.222 troveremo un me stesso cieco, ecc… Dove i numeri sono infiniti, e gli universi anche, tutto è statisticamente ammissibile. La mia macchina del tempo quindi sarà un dispositivo che mi permetta di disporre e utilizzare talmente tanta energia da deformare in maniera limite lo spaziotempo come e dove mi pare. Con le conoscenze di fisica di oggi, impossibile da eseguirsi. Ma teoricamente fattibile, al punto da risolvere anche il paradosso di uccidere se stessi quando si era bambini. Io si, uccido me stesso a 10 anni su quell’universo, ma in tanti altri, io continuo ad esistere in tutte le possibili variabili (infinite).

 

O forse è lo stesso spaziotempo la nostra macchina del tempo, che ancora non sappiamo manipolare: io prima ero nell’universo X ma dopo che ho scritto questo trattato, sono su quello Y. Se avessi deciso di andare a fare una passeggiata sarei sul quello Z e se avessi spalmato cacca in faccia al politico più odiato, sarei su quello W, in galera. O forse no, perché tra infiniti universi c’è pure quello dove non andrei in galera. Forse ogni minima azione quotidiana nello scorrere del tempo all’interno del nostro spaziotempo è un continuo muoversi tra universi paralleli e noi probabilmente non abbiamo ancora le conoscenze per gestirlo. Chissà se, e tra quanto sarà possibile tutto questo: l’idea di spalmare cacca sulla faccia del politico più malamato e farla franca mi attizza davvero tanto !

 

26.05.12 (Ho messo la data ma avrei potuto non metterla: nello spaziotempo dell’universo non ha senso)

 

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