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PALLINO INFERIORE 

Per un vigile urbano senza scrupoli, non c'è peggior cosa che il non riuscire a fare multe - di: Lola Fox 

 

Pallino Inferiore era il comune più piccolo e più povero della Romagna. Quasi tutti quei pochi abitanti, qualche centinaio, andavano a lavorare nella vicina Faenza, ricca di distillerie e di produzione di ceramiche. Perciò li a Pallino Inferiore ci lavoravano solo pochissime persone: il bottegaio, che vendeva di tutto, dal pane alle sigarette, dai detersivi ai giornali, il barista che più che un barista era un oste, dato che solo pochi paesani andavano a bere un bicchiere di vino e nessuno dei forestieri si fermava a prendere il caffè, gelato ecc… Nella locale scuola elementare vi erano 5 maestri uno per classe, un bidello e un impiegato amministrativo. Poi vi erano due dipendenti comunali in municipio e l’impiegata delle poste nell’ufficio PT. Non vi era nemmeno il benzinaio e la farmacia. Nulla. Nessuna fabbrica, solo agricoltori che lavoravano nei campi. 

Il sindaco, Oreste Fagiolino, era disperato perché le spese per l’amministrazione comunale erano molto superiori alle entrate: spese di manutenzione stradale, assistenza ai pensionati (pagata a operatori esterni), interessi sui finanziamenti regionali erano difatti tra le voci più deficitarie. Il primo cittadino aveva anche ripetutamente proposto alla provincia, la riunificazione con Pallino di Sopra, molto più ricco di risorse industriali, ma la giunta di quest’ultimo aveva sempre rifiutato la sconveniente proposta. Così Pallino Inferiore continuava a rimanere l’ultima della classe, la Cenerentola della Romagna. Insomma… il sindaco Fagiolino non sapeva proprio come fare per migliorare i bilanci. Fu così che gli venne una brillante idea anche se perversa. Se lui infatti avesse dotato il comune di una Polizia Municipale, se avesse assunto un agente e lo avesse incaricato di fare multe a man bassa, forse avrebbe risolto l’annoso problema economico. E si mise quindi subito all’opera creando la C.A.C.C.A.: Corpo di Agenti di Controllo Complementare Autonomo. Un corpo di Polizia Municipale che potesse lavorare in autonomia, completamente staccato dall’amministrazione comunale. Insomma con la CACCA si sarebbe potuto finalmente andare… di corpo ! 

Creare un qualcosa di autonomo era determinante per poter evitare tutte quelle piccole norme che vincolano le attività amministrative degli enti locali. Però, sebbene il corpo fosse distaccato dall’amministrazione comunale, di fatto gli doveva versare a quest’ultima il 100% delle entrate. E la stessa amministrazione comunale provvedeva alle spese del mantenimento del corpo. Un aggiramento delle norme amministrative perfetto per ottenere il massimo col minimo. E di minino si trattava dato che a causa delle ridotte dimensioni demografiche del comune, si doveva assumere un solo agente. Ma chi? Con quale criterio? Il sindaco avrebbe dovuto indire una gara, un bando ufficiale, fare costosi concorsi, perdere lunghe settimane per l’aggiudicazione del bando… No, serviva un uomo, e subito. Si mise quindi in prima persona a valutare sui peggiori gaglioffi del paese. 

C’era Teresin, un contrabbandiere trafficante di souvenir e soprammobili tra S. Marino e L’Italia. Aveva una catapulta che usava di notte per inoltrare i souvenir. Li sparava oltre confine verso il suo laghetto che aveva nei pressi di Dogana. Gli oggetti cadevano in acqua dove c’era una rete pronta a trattenerli. Se erano bene incartati non si bagnavano nemmeno. Trafficava anche in droghe tra l'antica repubblica e il Belpaese: trasportava di contrabbando la cannella e i chiodi di garofano dato che a San Marino costavano un quarto. Poi c’era Antonello Bevilacqua detto “E Spumantèn” (Lo spumantino) specializzato nell’adulterare vini. Il suo fiore 
all’occhiello era il Sangiovese liofilizzato. Una polverina rossa a cui aggiungendo acqua, ottenevi dell’ottimo vino. E riusciva pure a venderla ai francesi. C’era anche Maraffone, cioè Giulio Cecchini, famoso baro locale. Con lui nessuno al bar voleva giocare a tresette, a briscola, a bestia e ovviamente a maraffone, dopo quella volta che giocò con tre assi di coppe, due dei quali fotocopiati di nascosto dall'ufficio anagrafe. 

Paolino Benetti veniva chiamato “Cunèin” (Coniglio) perché era un ladro di bestiame. Bestiame di piccolo taglio ovviamente, e rubacchiava qua e la un po’ di tutto: polli, capre, tacchini e galline. Ma come rubava i conigli lui non li rubava nessuno e per questo veniva chiamato “Cunèin”: la sua personalissima tecnica consisteva nell’andare di notte nei paraggi dei recinti degli allevatori dove liberava Bunny, un coniglio ammaestrato che, sgattaiolando tra i simili, li convinceva a prendere la via d’uscita, salvo poi che nell’uscita c’era il sacco di Cunèin. E la polizia non riusciva mai ad incastrarlo perché il reato non lo compiva lui ma il suo coniglio ammaestrato. E anche se la protezione animali gli avesse tolto Bunny, lui ne avrebbe ammaestrato un altro. 

Edoardo Petardo era un trafficante di elettrodomestici che acquistava a bassissimo costo quelli funzionanti a 125 V (dato che da anni non c'è più questo voltaggio nelle case) per spacciarli come funzionanti a 220 V. Appena venivano collegati scoppiavano e lui diceva che era colpa dell’impianto elettrico della casa. Ma non a caso si chiamava Petardo di cognome: a volte l’elettrodomestico non esplodeva perché nell’impianto elettrico c’erano delle particolari misure di sicurezza. Allora lui inseriva delle micro cariche esplosive in modo che la deflagrazione era garantita. Naturalmente vendeva idranti ed estintori da rifilare a chi aveva anche l’incendio dopo l’esplosione. C’era anche Bepi, che falsificava a pagamento i voti degli scolari del paese: per i genitori di un piccolo borgo come Pallino dove si sa tutto di tutti, diffondere la voce che il proprio figlio ha preso un 4 a scuola è un onta. Per cui si andava da Bepi a far correggere in 8 i 4 dei figli. E così alla fine dell’anno tutti erano promossi con grande risparmio di denaro per un eventuale anno perso. 

Anche Gianni Ricci era un bel tipo... faceva autoriparazioni a tempo perso e in nero. Montava pezzi di ricambio che acquistava dai demolitori di Gambettola durante l’annuale campionato di demolizione. Riusciva a montare un differenziale di una Balilla sulle attuali Lancia Y. A volte i pezzi li produceva lui: in legno se andava bene. Con le costruzioni Lego se andava male. Naturalmente prima di riconsegnare l’auto al cliente, gli sottraeva audio-cassette, CD, biro, caramelle e oggetti vari, e anche un bel po’ di litri di benzina dal serbatoio. Ed infine in paese c’era la Luisona, che era famosa per aprire e chiudere in continuazione rurali case di tolleranza. Le chiudeva perché fallivano: nessuno pagava mai il conto dato che dietro la scrivania della Luisona c’era il cartello “Soddisfatti o rimborsati”. E onestamente le lavoranti del posto lasciavano parecchio a desiderare: ve lo posso confermare personalmente dopo anni e anni di approfondite verifiche e circostanziate analisi.

Tutti questi personaggi potevano andare sostanzialmente bene all’incarico, ma…la scelta fatta dal sindaco cadde su Romeo Pelloni, il più antipatico, il più stronzo, il più bastardo del paese. Lui li batteva tutti perché sebbene gli altri avessero avuto solo piccoli guai con la giustizia, fondamentalmente, erano persone con cui ci potevi parlare senza problemi. Romeo no. Lui era proprio "bastard inside" bastardo dentro. Era talmente stronzo che tutte le volte che andava di corpo non si sapeva mai chi era il produttore e chi il prodotto. Una volta l'auto spurgo tentò di risucchiarlo durante le annuali pulizie dei pozzi neri. Solo dopo si accorsero che per lui era necessario il servizio di smaltimento rifiuti speciali, tanto era fetente. Quando qualcuno parcheggiava anche solo una ruota dell’auto oltre la riga che delimitava la sua proprietà privata, Romeo gli tagliava le gomme e se l’automobilista protestava minacciando conseguenze legali, egli rispondeva che aveva subito una violazione di domicilio e quindi che erano pari. Una volta quando sua figlia aveva 5 anni e stava giocando su un grande tavolo, lui sorridendogli le disse: “Vieni da papà”. Lei si gettò tra le braccia del padre e lui scansandosi di lato, la fece precipitare per terra e causandole numerose fratture ossee: “Caruccia... questo ti deve insegnare che nella vita non bisogna mai fidarsi di nessuno, nemmeno del proprio padre” fu la risposta. Un’ altra volta non pagò il bottegaio: aveva chiesto un litro di acqua minerale e dopo che questi gli aveva venduto la bottiglia, Romeo prima se la bevve e poi disse: “Ehi… ma questo non era un litro… Erano 92 cc. . Io volevo un litro, non 0.92. Mi hai fregato… ora chiamo i Carabinieri”. 

Ancora: non pagò il barbiere che era andato a tagliargli i capelli a domicilio: “Io ho detto di tagliare i capelli non i peli alla base della nuca e le basette” fu la sua motivazione. Quando un ragazzuolo del paese acquistava un motorino, siccome lui aveva a noia il rombo della marmitta che questi ciclomotori fanno, di notte andava a mettergli lo zucchero nel serbatoio per fare grippare il motore. L’anno scorso denunciò la Protezione Civile perché una grandinata gli aveva danneggiato l’ombrello, mentre lui non era stato avvertito: “Se lo avessi saputo non sarei uscito di casa”. E tempo fa lo ha fatto con una testata giornalistica locale che aveva pubblicato: “L’America bombarda l’Iraq”. La motivazione del nostro fetentone fu: “Ho dei parenti in Argentina e non voglio che la loro fama di americani del sud venga infangata da operazioni militari fatte dai statunitensi. Gli americani non sono tutti statunitensi”. Insomma… cercava sempre l’appiglio e quando non lo trovava era anche capace di inventarselo. Per questo stava sulle palle a tutti, ma in qualche modo nessuno era riuscito mai a fargliela pagare. Veniva soprannominato BIB, cioè Barbetta Il Bastardo, a causa della sua barbetta sempre corta e lineare orecchio – mento – orecchio. Ricordava Carlo Verdone nel personaggio di Furio in Bianco Rosso e Verdone marito scassa palle di Magda. 

Fu così che il sindaco Fagiolino lo assunse al servizio di Vigile Urbano nella convinzione che un personaggio del genere avrebbe portato tanti soldi come proventi da altrettante multe. Naturalmente in paese quando si diffuse la voce, in molti vendettero auto, trattori e motoseghe, certi che BIB non gli avrebbe dato tregua. I paesani protestarono ma dovettero cedere quando il sindaco Fagiolino gli minacciò di far pagare loro i debiti comunali. Il 22 maggio BIB era a tutti gli effetti l’unico vigile urbano di Pallino Inferiore. Un vigile urbano con licenza di tutto. Anche di uccidere se necessario… “Io posso tutto… Io qua sono la legge…” diceva parlando da solo quando camminava impettito per le poche strade del paese. E poi cantava: “Eqquì comando iooo, e questa è casa miaaaa, e ogni di voglio saperee chi viene e chi vaaaa…” 

E con quella licenza di uccidere e su queste parole, si mise subito all’opera. Iniziò subito dalla categoria più numerosa: gli allevatori e agricoltori: si mise a controllare tutti gli spostamenti dei trattori e dei carri agricoli, verificando acquisti, lavori in campagna ecc.. E li multò tutti perché riuscì a dimostrare che essi usavano il gasolio agricolo anche come riscaldamento, cosa che invece dovrebbe essere separata con acquisti (e prezzi) diversi. Una bella mattina, durante le lezioni scolastiche, mise un cartello di divieto di sosta nel piazzale scolastico, per poi appioppare multe a tutte le auto delle maestre, compreso impiegato e bidella. Poi attese il primo acquazzone e ri-multò tutti perché avevano le gomme infangate che sporcavano la sede stradale, cosa vietata dal codice stradale. 

Non parliamo poi delle sere che trascorreva a impolverare le targhe rendendole illeggibili per poi multare tutti. La moglie era un po’ infastidita da queste sue assenze ma lui rispondeva che ogni multa era una lauta percentuale che prendeva, per cui erano tutti soldi guadagnati. In casa nel frigo, fra le varie cose, aveva una mozzarella fior di latte. Attese la data di scadenza e poi mandò dal bottegaio la moglie con il pretesto di fare la spesa. Senza farsi notare fece sostituire la sua mozzarella scaduta con una del banco frigo. Poco dopo andò nel negozietto e fece una ispezione agli alimentari venduti. E ovviamente fece una sana multona al bottegaio reo di tenere in negozio merce avariata. Poi andò da “Spumantèn” l’adulteratore di vini del paese, minacciandolo di ritiragli la licenza di vinicolo se non eseguiva le sue istruzioni: si trattava di forzare, nella notte, la porta dell’osteria del paese e sostituire le damigiane dell’ottimo Sangiovese, con quello artefatto da Spumanten. Che dovette accettare. E il giorno dopo BIB si recò in osteria e stilò un verbale che non finiva più. Il problema era che avrebbe dovuto avvisare i Carabinieri dei NAS perdendo così i suoi poteri. E anche i proventi della multa. Allora con l’oste concordò uno sconto sull’altissima cifra da pagare. E incassò. Ma la su attenzione non era incentrata tanto a prendere soldi dagli abitanti di Pallino Inferiore, in quanto dopo un primo giro di multe era difficile ripetere i trucchi usati per crearle. Ci volevano obiettivi nuovi e sempre con motivazioni valide per appioppare multe. Cosa c’era meglio degli automobilisti? Facile come bere un bicchiere d’acqua. Ma in realtà era meno facile del previsto perché nel territorio del comune non vi erano autostrade, superstrade, discoteche in cui appostarsi per controllare chi avesse bevuto, chi facesse le corse in auto o chi solo superava i limiti. Non c’era nulla. Solo strade provinciali e piene di curve, dove al massimo potevi fare i 50. 

Ma non si perse d’animo… Fece raddrizzare a sue spese, qualche curva e allargare la sede di un tratto di strada. Dopo averne ottenuto un bel rettilineo a 4 corsie fece piazzare apposta un bel cartello con la scritta 50. Anzi… stiamo sul sicuro: 40. “A me preme la salute degli automobilisti” andava dicendo. Ma la moglie era sempre più incazzata perché si vedeva ridurre di giorno in giorno il conto corrente. Lei non lavorava e dipendeva dal marito. Che continuava si ad incassare percentuali delle multe fatte ma ogni tanto faceva queste pazze spese che rendevano a deficit il bilancio. Cioè BIB spendeva in trucchi più di quello che incassava e questo alla moglie non stava bene. Per cercare di aumentare i profitti, cioè le multe, BIB si procurò un autovelox e lo nascose dentro ad un cassonetto dell’immondizia, tolse il cartello dei 40 km/h e attese la prima auto. Fece la foto, rimpiazzò il cartello e andò subito dal fotografo a far sviluppare la negativa e a far stampare la foto: “Prima notifico e prima incasso” pensava. Tramite la targa risalì al malcapitato: Yussef Ma’Harit – Nazionalità e residenza: araba. Aveva noleggiato l’auto all’AVIS per recarsi a Rimini per prendere l’aereo per ritornare a casa. 

E ora come faceva ad andare da Yussef Ma’Harit ad incassare il denaro? Stracciò la foto e si rimise in postazione, sempre dopo aver levato il cartello dei 40 km/h. Transitò una seconda auto. E l’autovelox scattò una seconda foto. Ritornò dal fotografo e poco dopo aveva la fotografia bell’e stampata. Dalla targa risalì all’intestatario ma… era una macchina civetta in dotazione ai servizi segreti e da Roma dichiararono che in quel momento l’equipaggio stava svolgendo delle mansioni di intelligence. Per cui erano autorizzati al superamento del limite. E BIB stracciò la foto. Stavolta andò di sera ad attendere la vittima. Dopo la fotografia dovette attendere il giorno dopo che il fotografo aprisse il negozio. Ma quando ricevette la stampa, si accorse che la targa era illeggibile: era troppo buio e lui non aveva il flash. Comprò sempre a sue spese e dopo un ennesimo litigio con la moglie, un flash da applicare all’autovelox. Andò a casa, si coricò e puntò la sveglia alle 2 di notte litigando ancora con la moglie: “Sentimi ben caro… Ma dove credi di andare a quest’ora? Guarda che se hai un'altra io te la faccio pagare…. Tutti quei soldi che mancano dal nostro conto sono i regali che prendi a lei, vero? Brutto bastardo…”. La moglie effettivamente diffidava ma lui pensava solo a fare multe: cosa gliene fregava delle donne? Si mise in divisa e in piena notte si recò al punto in cui attendere le vittime. Piazzò l’armamentario e ovviamente, come sempre, tolse il cartello del limite dei 40. E attese… 

Attese una ora: nessuno. Due ore: nessuno. Tre ore: nessuno. Alle 5:40 si sentì un rumore di una autovettura: era il primo malcapitato che ignaro, si recava al lavoro per il turno del mattino, in fabbrica a fare le ceramiche. Ma BIB non poteva sentirlo: si era inesorabilmente addormentato. Quando si svegliò, la macchina fotografica dell’autovelox segnava addirittura tre foto. “Urka… una manna dal cielo.”. Si recò come sempre dal fotografo ma quando vide le foto rimase deluso. In tutte e tre era scattato il flash, che con la luce diurna aveva sovraesposto la pellicola e le foto erano “bruciate” dalla troppa luce. E le targhe ovviamente illeggibili. Stracciò le foto e tornò sulla strada un po’ triste: non era ancora riuscito a fregare nessuno… Si appostò ancora e attese. E dopo un po’ transitò un veicolo. Scattò la foto e andò dal fotografo. E con sorpresa, quando la vide stampata, non credeva ai suoi occhi: la foto era venuta perfetta così come perfettamente leggibile era la targa. Risalì all’intestatario e gli notificò il primo verbale. Dopo 1 mese ricevette dal multato una copia di una contestazione per il fatto che l’auto fotografata era stata rubata al proprietario la sera prima della foto. Per cui questi non era responsabile dell’infrazione, e, anzi, si arrabbiò molto con BIB, coprendolo di insulti, quando seppe che non aveva provveduto al fermo e all’identificazione del trasgressore al momento dell’infrazione. Se lo avesse infatti fatto, ora si saprebbe chi era il ladro. Ancora una volta Barbetta il Bastardo non era stato capace di multare un automobilista e il sindaco Fagiolino iniziava già a manifestare i primi segni di incazzatura dato che non si recuperavano introiti. E il comune era sempre più sul lastrico. “Non si preoccupi sindaco, starò appostato 12 ore al giorno. Prima o poi riuscirò a fregare qualcuno. Parola mia, parola di BIB.” 

La mattina seguente con il suo autovelox si appostò sempre nella solita zona e… dopo un po’, tac. La foto! Corse subito dal fotografo e quando vide che la targa era leggibile provvide subito alla notifica. Dopo 20 giorni si presentarono due incaricati del ministero dei trasporti: “Lei è l’agente accertatore del verbale n. 5 riscontrato con strumento Gennarino - Velox uhè-uhè ?” 

“Si perché?”

“Ci fa vedere l’omologazione del ministero dei trasporti?” 

“Quale omologazione?”

“Guardi che per esercitare l’attività di controllo e verbalizzare quindi gli eventuali trasgressori lei deve avere un’apparecchiatura regolarmente omologata e registrata al ministero. Dove ha comprato questo strumento?” 

“L’ho preso a Napoli nei vicoli spagnuoli, costava talmente poco… Mi hanno detto che era uguale all’originale che avevano i vigili prima che glielo rubassero…” 

“Ma questo strumento è fatto artigianalmente in casa. Non è regolare… Glielo dobbiamo sequestrare” 

“E io come farò a fare le multe?” 

“Ne vada a prendere uno omologato!” 

Il nostro fetentissimo BIB iniziò a cercare un qualcuno che glielo noleggiasse. E trovò una serie di aziende che si 
occupavano di oggetti di misurazione laser.

“Buon giorno… Ditta Fabbri Instruments di Cesena?”

“ Si, dica” 

“Si… sono Pelloni, il vigile urbano di Pallino Inferiore… Vorrei noleggiare un autovelox omologato” 

“Arrangiati, brutto bastardo che non sei altro”. Click… 

Ma il nostro BIB non temeva certo una maleducata e sclerotica centralinista. 

“Pronto? Forniture Industriali Magnani? Noleggiate autovelox ?” 

"Col cazzo… E se tutti facessero così come noi, nessuno prenderebbe più multe. Arrangiati, bastardo fottuto”. Click.

Rifece una terza telefonata: “Pronto? Parlo con le Industrie Carlini spa?”

“Si… dica…”

“Avete autovelox da noleggiare?”

“Ma vat a fa’ de’ in te cul!”. Click… (La traduzione in italiano è superflua)

“Porca miseria” pensò BIB… qua la situazione è più seria del normale. Vediamo un po’ in internet… Fatto l’accesso e recatosi sul potentissimo motore di ricerca globale Google, digitate le parole-chiave “Autovelox noleggio” come primo risultato comparve:

Noleggio Autovelox. ADP6 ha cercato NOLEGGIO AUTOVELOX nell'intera rete mondiale. Usa adp6 per trovare tutto quello di cui hai bisogno ...
www.adp6.it/noleggio-autovelox.html - Pagine simili 

“Azz… ma che me frega a me della rete mondiale… di chi noleggia autovelox in Giappone… io lo voglio qua. SUBITOOOOO…” Il nostro nemico iniziava a dare i primi segni di insofferenza. 

Guardò il secondo risultato della ricerca: 

... http://www.piemmenews.it/autovelox/Cds/Cds_reg_244.htm 578. Videomania: novità noleggio medusa di dicembre1998 ...Le 
immagini di questa pagina sono copyright ... www.godado.it/.../mp=5f31/k=5e3a0aE93333Dd3a/j=A1B8Aa/cookie=%7C/w1=21/rs=1/l=9/p1=1/af=0/rv=1/adult=Aa/URL= - 40k - 20 mag 2004 - Copia cache - Pagine simili 

Ma anche qua nulla. Non riusciva a trovare una ditta che noleggiasse autovelox. E infatti chi lo faceva non lo pubblicizzava di certo, dato che temeva ritorsioni di ignoti automobilisti. Il nostro nemico era disperato. Come poteva fare multe senza autovelox ? E gli venne una idea: “Ma se io non riesco a trovare l’autovelox a nolo, vorrà dire che lo vado a rubare a Bologna. La il comune ne ha messi parecchi fissi, dislocati qua e là” Alle 3 della seguente notte si alzò, litigò di nuovo con la moglie che continuava a credere che lui andasse a puttane dalla Luisona, si infilò la calzamaglia nera, si mise il passamontagna, nero, i guanti, neri, gli occhiali anch’essi neri come i Blues Brothers (Ma che gli servivano che era notte?) e andò alla periferia di Bologna, sulla San Donato dove sia prima che dopo Granarolo ce ne sono ben 4. “Se io li rubo tutti e poi li piazzo, quadruplicherò le entrate… garagulp…” pensava ridacchiando. Andò al primo autovelox ma… si accorse che era già stato scassinato. Anche quello di fronte poco più avanti era scassinato. Allora attraversò Granarolo per andare dagli altri due. Forzò la serratura ma quando aprì il baracchino si accorse che dentro non c’era nulla se non un cartello: “Ladro, sei un coglione”. Erano tutti autovelox bluff. 

Ma non si perse d’animo. Andò avanti un po’ e prese la Traversale di Pianura dove a 500 m. dal bivio della S. Donato ce ne sono altri due… scassinati! Disperato il nostro BIB non sapeva più come fare per rubare autovelox. Si ricordò di un altro sui Strabelli Guelfi, prima di Ponte Rizzoli. Ma quando arrivò nei paraggi, noto strani movimenti: una Citroen DS Pallas (Lo squalo) verde oliva non metallizzato, con gli adesivi del Cosmic, del Typhoon e del Chicago attaccati dietro, con le tendine di pizzo nel lunotto e i neon viola nell’abitacolo, era ferma nei pressi dell’autovelox. E due individui molto sospetti, con i capelli lunghi le Clark beige ai piedi, i calzini bianchi, i jeans corti macchiati di varechina, e una canna in bocca, stavano caricando l’attrezzo nel baule. BIB prese giù la targa e andò subito nel suo ufficio per l’identificazione. L’auto era intestata a tal Gianni Narghilè detto Maria per le frequenti aggiunte giamaicane che faceva alle sue sigarette. Nato allo ZEN di Palermo e residente a Bologna zona Pilastro. Con numerosissimi precedenti penali. Il giorno dopo Barbetta il Bastardo si recò un po’ titubante al Pilastro da Gianni “Maria” per risolvere la questione: “Senta… so che lei ha rubato l’autovelox… io però non la denuncio… Non me ne frega nulla… Mi dica cosa vuole in cambio 
per quell’autovelox e chiudiamo qua la cosa” 

“Senti tipo… ma chi ti conosce? Ma chi sei? Cazzo vuoi?” 

“Sono una persona che vuole a tutti i costi quell’autovelox. A qualunque costo” 

“Ok, tipo… allora mi dai mezzo chilo di fumo e mezzo di maria” 

“Hashish ? Marijuana? Ma … e dove li trovo?” 

“Cazzi tuoi … e ora smolla che ho da fare le stecche per le dosi…” 

“No no…ti prego… pagherò in contanti quel coso… la droga avrà pure un controvalore no? Dimmi il suo equivalente in Euro e te li pagherò subito” 

“Ok… allora… mezzo chilo di fumo e mezzo di maria… fanno… uhm… senti… io non so fare questi conti… sono troppo fumatissimo… smollami 10.000 euro e siamo a posto” 

“Azz… non li ho in contanti… vado in banca a prelevarli” 

“Ti do 5 minuti e se non torni ti vengo a prendere e ti riempio la faccia di cartoni” 

“No no… faccio subito…” 

Ed infatti dopo 5 minuti il nostro nemico era di nuovo li : “Ecco i 10 mila” 

“Ok tipo… ti è convenuto fare bene… caccia qua… 1, 2, 3… 10, 20, 30… 100, 200, 300… 1.000, 2.000, 3.000, 10.000… ok tipo. Prenditi il tuo bagaglio qua, e vaffanculo!” Slam.. 

Ma BIB era al settimo cielo. Aveva finalmente un autovelox omologato, sebbene avesse sborsato 10.000 euro di tasca propria. “speriamo che mia moglie non dica nulla di questo ammanco in banca… già è un periodo che mi stressa perché crede che io abbia un altra…”. Ma non fu così. Alla sera quando rientrò a casa e la moglie sempre più nervosa, scoppiò: “Sei proprio un bastardo! Con che cosa farò la spesa io oggi? Dove prenderemo i soldi per mangiare e vivere? Già facevamo 
fatica dato che tu non riesci nemmeno più a fare una multa… la percentuale di zero è sempre zero, capito?” 

“E non mi stressare, porca vacca… da domani questo apparecchio ci farà ricchi” rispose il marito. 

“Ora abbiamo un autovelox nuovo, omologato… vedrai quante multe che farò“. 

“Si ma io come la pago la parrucchiera, l’estetista e il negozio di cosmetici? E poi voglio quel completino de La Perla che costa 350 Euro… Come lo compero?” 

“Senti… da oggi e per un po’ si tira la cinghia dato che qua i soldi li porto solo io, per cui il completino da 350 Euro lo comperi più avanti.” 

“No caro mio… io alle mie comodità e alla mia femminilità non ci rinuncio, capito?” 

“E allora se non ci rinunci, vai a lavorare e guadagnati i soldi anche tu. E adesso non mi stressare. Io esco. Vado a fare un po’ di multe”. Slam…!!!! 

“Il solito porco… andrà dalla Luisona…” 

Era sera ma l’autovelox aveva il flash. BIB se ne andò quindi in postazione a vedere di fregare qualcuno. Dopo un po’… brummm… un auto. Flash… foto. La mattina attese come sempre che il fotografo aprisse il negozio e quando ebbe la foto risalì subito all’ intestatario. Quando notificò il verbale ricevette una richiesta di esibire il certificato di calibrazione: tutti gli autovelox omologati devono sottostare a dei collaudi con delle scadenze che garantiscano che lo strumento funzioni correttamente. 

“Certificato di calibrazione? E chi lo ha mai avuto? Porca puttana…” E stracciò la foto. Tornò in postazione, erano quasi le 12 e passò un ignaro automobilista che viaggiava a 60. D'altronde BIB staccava sempre il cartello del limite di 40 per poter fregare meglio le vittime… Dopo aver ritirato subito la foto dal fotografo riconobbe l’auto del teorico trasgressore: era la macchina di “Gigein” all’anagrafe Luigi “Gigi” Amici, ex industriale, fallito e presente attualmente sul bollettino dei protesti. Non aveva nemmeno i soldi per pagare la benzina dell’auto che otteneva saltando sui tubi delle pompe dei self service. Gigein doveva ancora 7.500 euro a BIB per una denuncia per atti osceni in luogo pubblico che il fetente vigile gli fece 2 anni prima quando Gigein si fermò a fare la pipì in aperta campagna. BIB capì subito che anche se avesse inoltrato la multa non avrebbe mai preso un euro da Gigein. E non poteva nemmeno confiscargli nulla perché come fallito aveva tutto intestato alla moglie. Anche l’auto naturalmente, solo che la motorizzazione non aveva ancora trasmesso al PRA la variazione di proprietà. Sta di fatto che da Gigein non si beccava nulla. E BIB stracciò la foto. E se ne tornò in postazione. 

Transitò una Marea Week End col tettuccio aperto dal quale spuntava un tizio in piedi dentro l’abitacolo. Ma BIB gli fece scattare l’autovelox sebbene andassero a 45 km/h. Quando ricevette la foto dal fotografo andò subito a individuare l’intestatario. Urka… RAI Radiotelevisione Italiana –  Sede: Saxa Rubra – Roma. 

“Chissenefrega!” Pensò BIB. RAI o non RAI,. Basta che pagano. 

A Saxa Rubra ricevettero il verbale di avvenuto superamento dei limiti dei 40 ma, purtroppo per BIB, la troupe della RAI stava facendo delle riprese per un documentario sul ripopolamento faunistico nelle aree limitrofe delle Valli di Comacchio. E dalle riprese fatte risultava inquadrata la strada in cui non vi erano limiti di velocità particolari. Eh si perché BIB avendo provveduto a rimuovere il cartello, la testimonianza del filmato manteneva regolare la velocità della vettura. Quando BIB ricevette la contestazione con la prova delle immagini gli cadde il mondo addosso. Anche in questa occasione non era riuscito a elevare multe e quindi continuava a non prenderle percentuali. Per fortuna che la moglie ultimamente aveva smesso di stressarlo per il fatto che in casa mancassero i soldi. Si era probabilmente rassegnata. “Eheheh… quella la l’ho messa zitta finalmente … ha capito chi porta a casa i soldi qua e quindi chi è che comanda…” rifletteva tra se e se. 

La sera rincasando comunicò alla moglie che avrebbe fatto la notte in postazione. Lei non disse nulla e andò a dormire: non aveva più voglia di litigare. Lui si cambiò e tornò sulla strada. Piazzò il solito autovelox con il flash, ma poco dopo cadde nel sonno. Alla mattina quando si risvegliò vide una sola foto scattata. Si precipitò dal fotografo ma quando vide l’auto impallidì: era quella della moglie. Corse a casa. Lei stava dormendo, e svegliata di soprassalto scattò sul letto: “Cosa succede?”

“Cosa succede? Guarda un po’ qua… questa è la tua auto… ora ci facciamo la multa da soli? E poi… ma… dimmi un po’… dove andavi stanotte? Non dovevi essere a casa?”. A BIB gli stavano girando parecchio le balle… 

“Bene… l’hai voluto tu… te lo avevo detto che alle mie cose io non ci rinunciavo no?” disse la moglie. 

“Si, e allora?” 

“Bene…Vado dalla Luisona che mi fa guadagnare qualche soldino… Così finalmente posso prendermi quello che mi pare senza i tuoi soldi che non arrivano… E tu da oggi sei UN GRAN CORNUTOO…!!!!! “ 

 

 

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